PROVE DEL “COLPO DA MAESTRO” DEGLI USA CONTRO IL VENEZUELA
Si chiama “Masterstroke” – “Plan to overthrow the venezuelan dictatorship” – ed è il documento top secret datato 23 febbraio 2018 con cui lo United States Southern Command mette nero su bianco i dettagli dell’offensiva che intende portare avanti contro Caracas, con l’aiuto dell’intero apparato mediatico e il coinvolgimento di Panama, Colombia, Brasile, Guyana, Argentina. Regia a cura del Pentagono.
Il piano ha come obiettivo portare a termine azioni folgoranti, come quelle che hanno visto l’arrivo di Mauricio Macrì in Argentina e di Michel Temer in Brasile, due maggiordomi agli ordini di Washington. Previsti anche “l’approvvigionamento delle truppe, l’appoggio logistico e sanitario da Panama attraverso l’uso degli ospedali e degli equipaggiamenti sanitari del Darién, dell’equipaggiamento in droni del Piano Colombia, dei campi delle vecchie basi militari di Howard e Albroock e di quelle lungo il Rio Hato” e persino del “Centro Regionale Umanitario delle Nazioni Unite, attrezzato per situazioni catastrofiche e di urgenza umanitaria, dotato di pista d’atterraggio e di riserve proprie”. A rafforzare la dimensione internazionale dell’operazione contribuirà, secondo il piano, “la presenza di unità di combattimento degli Stati Uniti e delle nazioni prima menzionate, sotto il comando dello Stato Maggiore Congiunto, controllato dagli Stati Uniti”. Viene così chiarita la ragione delle recenti manovre militari degli Stati Uniti nella regione, lungo la frontiera tra Brasile e Venezuela (Brasile, Perù, Colombia), nell’Atlantico del Sud (Stati Uniti, Cile, Regno Unito, Argentina). Nel caso argentino le manovre sono state fatte in ottobre-novembre 2017, senza alcuna autorizzazione del Congresso Nazionale.
Il piano, che dovrebbe portare in tempi brevi alla fine della cosiddetta dittatura del Venezuela, prevede che venga “incrementata l’instabilità interna, fino a un livello critico, intensificando la de-capitalizzazione del Paese, la fuga dei capitali esteri e favorendo il tracollo della moneta nazionale, applicando nuove misure inflazionistiche”.
In uno degli ultimi paragrafi del documento si parla di garantire, o addirittura di mostrare, l’uso da parte della dittatura di mezzi violenti, per acquisire l’appoggio internazionale, utilizzando “tutte le competenze dell’esercito degli Stati Uniti nella guerra psicologica”.
In altri termini, si tratta di costruire scenari fondati su menzogne, montaggi di notizie, foto e video truccati, insomma di utilizzare tutti i mezzi già usati nelle guerre coloniali del XXI° secolo.
Quello di stanotte, dunque, è stato solo un assaggio.
5 agosto 2018